La storia di Marie-Hélène (Francia)
Il mio nome è Marie-Hélène, ho 27 anni e vivo vicino a Strasburgo.
A 9 anni i medici mi proposero di calzare due plantari posteriori flessibili e dinamici. Da allora non esco più senza indossarli, perché cado meno e posso anche camminare più a lungo: li ho introdotti nelle mie scarpe da ginnastica alte con i talloni allargati. A causa dell’atrofia*alle mie mani, ho qualche difficoltà ad arrivare ad agganciare l’elastico dei miei plantari, ma ho consultato più volte l’ergoterapista** per risolvere questo problema.
A partire da 17 anni, la debolezza degli arti superiori, associata all’amiotrofia completa delle mie mani, è diventata sempre più accentuata. E’ stato l’inizio dei dolori, dei crampi e della paralisi alle mani, insieme al male ai polsi e alle braccia: ho fatto molte infiltrazioni. Il medico mi aveva anche confezionato un tutore con lo scopo di mettere le mie mani a riposo assoluto durante la notte. Nonostante tutto, a diciannove anni sono riuscita a superare il mio esame per la patente di guida su una macchina adattata al mio handicap e questo è stato per me l’inizio di una nuova libertà. Per seguire le lezioni, avevo affittato un monolocale accessibile vicino alla mia scuola dove una persona della mia famiglia passava quotidianamente a trovarmi, mentre io ritornavo dai miei genitori solo nel week end.
Nel 2009 il segreto della mia malattia fu svelato attraverso una diagnosi molecolare. Ero eterozigote per due mutazioni della Mitofusina 2: avevo la CMT2A (MFN2) autosomica recessiva.
Dopo aver ottenuto la maturità, ho cominciato anche a lavorare. Era molto faticoso per me, in quanto il male alle mani era davvero troppo forte. Per questo motivo dopo due anni ho ridotto la mia attività professionale del 20%, mentre dopo tre ho interrotto del tutto a causa del dolore agli arti superiori. Oggi non lavoro più, ho una grande debolezza muscolare a tutti quattro gli arti e non posso chinarmi. Nessuna operazione chirurgica è possibile.
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* Riduzione della massa muscolare che ne determina una parziale o completa perdita di funzione.
** L’ergoterapista si interessa soprattutto alle limitazioni della capacità d’agire della persona. l’obiettivo principale della terapia diviene il ricondurre la persona disabile ad una condizione di massima autonomia e indipendenza possibili.