FUNCTIONAL ANALYSIS AND GENOME-WIDE RNA-SEQ OF HUMAN MOTOR NEURONS IMPLICATE SELECTIVE MITOCHONDRIAL DEPLETION, RESISTANCE TO APOPTOSIS AND INCREASED MITOPHAGY IN CHARCOT-MARIE-TOOTH 2A
Aggiornato a ottobre 2016
Rizzo F, Ramirez A., Ronchi R., Salani S, Nizzardo M, Fortunato F, Bordoni A, Bresolin N, Comi GP, Corti S.
Dino Ferrari Centre, Neuroscience Section, Department of Pathophysiology and Transplantation(DEPT), Univerity of Milan, Neurology Unit, IRCCS Fondation Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milan, Italy
La malattia di Charcot-Marie-Tooth di tipo 2A (CMT2A) è una polineuropatia sensitivo-motoria, caratterizzata dalla morte dei neuroni motori e sensitivi, che risulta in una progressiva debolezza agli arti, atrofia muscolare e perdita della sensibilità. La patologia è dovuta a mutazioni nel gene Mitofusina2 (MFN2), che codifica per una proteina localizzata a livello dei mitocondri, organelli molto importanti per la sopravvivenza delle cellule e per il loro corretto funzionamento. Ad oggi, purtroppo non esistono terapie risolutive per questa patologia.
La riprogrammazione di queste cellule mature in cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) offre la possibilità di ottenere cellule paziente specifiche, come motoneuroni e neuroni sensitivi umani, tipicamente affetti nella patologia, ma impossibili da ottenere direttamente dai pazienti con altre strategie. Nello studio pubblicato on-line il 9 agosto 2016, su Human Molecular Genetics, il team di ricerca del Centro Dino Ferrari, Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico ha differenziato motoneuroni (MN) da iPSC derivate dalla biopsia cutanea di pazienti affetti da CMT2A. In questo modo, abbiamo generato un modello in vitro di malattia, attualmente non disponibile. Le cellule così ottenute hanno mostrato alcuni aspetti tipici della patologia, come la riduzione della quantità dei mitocondri e alterazioni della loro localizzazione, senza differenze significative in termini di sopravvivenza. Questi difetti sono risultati più evidenti nelle cellule neuronali rispetto ai fibroblasti cutanei, in accordo con la specificità neuronale della patologia. Nel complesso, questi dati suggeriscono che la riduzione dei mitocondri nei motoneuroni che esprimono la forma mutata di MFN2 non è il risultato di una ridotta produzione di mitocondri, ma più probabilmente la conseguenza della morte di questi organelli. Questi meccanismi rappresentano possibili nuovi bersagli terapeutici molecolari per lo sviluppo di una cura efficace per questa malattia.